Settore: Logistica
Tipologia d’intervento: Indagini ambientali e individuazione delle soluzioni
Problema
Il cliente Interbrennero ci ha contattati per condurre un’indagine ambientale su un’area destinata alla realizzazione di un nuovo capannone industriale. Il sito si trova all’interno dell’Interporto di Trento, a nord rispetto al centro della città.
L’area dell’Interporto, caratterizzata da decenni dalla presenza di attività industriali e commerciali, è stata interessata in passato da una gestione ambientale non sempre corretta. Né è un esempio la realizzazione di una discarica all’interno del paleo alveo del fiume Adige risalente alla seconda metà del ‘900.
In occasione della costruzione del nuovo capannone industriale sul sito, prima di avviare gli scavi sull’area, era quindi necessario verificare se nel sottosuolo fosse presente una contaminazione.
Abbiamo quindi condotto una indagine ambientale sull’area eseguendo scavi e sondaggi e realizzando alcuni piezometri, abbiamo prelevato e fatto analizzare campioni di terreno e di acque di falda.
Le analisi sui campioni delle acque sotterrane hanno messo in luce una contaminazione della falda acquifera causata dalla presenza di manganese in concentrazioni estremamente elevate, da 6 a 10 volte superiori ai limiti.
Proposta
Alla luce dei risultati delle analisi sulle acque di falda sembrava inevitabile l’avvio di un procedimento di bonifica, con conseguente incremento dei tempi per la costruzione del capannone ed eventuali oneri per il proprietario dell’area nel caso di un intervento di risanamento della falda acquifera.
La nostra conoscenza in merito alle caratteristiche idrogeologiche del territorio ci ha indotti ad andare oltre il semplice risultato delle analisi per determinare la reale causa alla base dei risultati che avevamo ottenuto.
Esecuzione
In seguito ad una ricerca relativa alle caratteristiche delle acque sotterranee nella Valle dell’Adige è emerso che, lungo tutta la sponda sinistra del fiume Adige, da Trento nord a Trento sud, sono estremamente frequenti superamenti delle concentrazioni limite di alcuni metalli, fra cui appunto il manganese. Le concentrazioni elevate di metalli nelle acque di falda derivano da processi geochimici legati alla tipologia dei sedimenti caratterizzanti l’area, questa conoscenza ci ha consentito di attribuire i risultati ottenuti dalle indagini a fenomeni di origine naturale, escludendo quindi una possibile responsabilità dei proprietari dell’area.
In questo modo abbiamo sollevato il committente da ogni incombenza connessa ad un eventuale procedimento di bonifica e dagli oneri derivanti da un intervento di risanamento della falda, che, alla luce delle conoscenze acquisite, sarebbe risultato del tutto inefficacie.
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